Cura del cancro: dai primi interventi a oggi

12 Ottobre 2021

La cura del cancro ha inizio nei primi anni del 1900, dai primi interventi chirurgici fino alle moderne tecniche immunoterapiche.


Nell’ultimo secolo il cancro è diventata una malattia molto diffusa a causa del cambiamento dello stile di vita, dell’inquinamento ambientale e dell’aumento della vita media.
Oggi, però, fa anche meno paura e questo grazie ai miglioramenti nei programmi di screening e a cure sempre più mirate e personalizzate: la lotta della scienza contro il tumore è ricca di successi.

Ripercorriamo le tappe più significative della lotta al cancro:

Agli inizi del ‘900 l’approccio chirurgico è quello più utilizzato, con l’obiettivo di eliminare la massa tumorale dal corpo del paziente.
Proprio in quel periodo registriamo le prime soluzioni di anestesia totale ideali per gli interventi.
Grazie alla scoperta della radioattività ad opera di Marie Curie, alcuni scienziati russi espongono malati di tumore alla pelle a sostanze radioattive.

Una data importante è il 1947: presso il Children’s Hospital di Boston si registra la prima parziale remissione in un bambino di 4 anni affetto da leucemia.
La malattia è curata con la molecola aminopterina, capace di inibire la crescita delle cellule tumorali.
Prima del 1947, i bambini malati di leucemia vivevano pochi mesi.

Intorno alla metà del 1900, è approvato il primo farmaco chemioterapico, la mostarda azotata.
La molecola, usata per lo più per fini bellici, ha la caratteristica di indurre così tante mutazioni nelle cellule da condurle alla morte.
Gli scienziati provano a utilizzare la mostarda azotata per debellare le cellule cancerose e ottengono buoni risultati nella cura del linfoma di Hodgkin.
Tra il 1950 e il 1970,  si arriva alla conclusione che il tumore può essere curato con farmaci combinati e che la mastectomia totale non rappresenta l’unica forma di cura del tumore al seno.

Dalle terapie ormonali al recettore Car-T: la cura oggi

Sempre riguardo alle neoplasie alla mammella, nel 1980 si distinguono due categorie: ormonosensibili e non ormonosensibili.
Le prime forme di cancro sono dotate di recettori per neutralizzare il tumore. Quindi, dopo l’intervento, alla paziente viene prescritta una cura ormonale che aumenta la probabilità di guarigione. Fondamentale in questo percorso di cura è l’uso dell’tamoxifene, una molecola rivoluzionaria nella lotta alle recidive.
Qualche anno più tardi, la ricerca approva il primo farmaco a bersaglio molecolare: il rituximab per colpire selettivamente le cellule malate.
Le terapie sono sempre più mirate a interrompere i meccanismi che alimentano il tumore e sul produrre farmaci come il bevacizumab, che agisce sui vasi sanguigni bloccando il nutrimento per le cellule malate.
Gli ultimi anni sono stati davvero significativi con l’immunoterapia e le molecole capaci di stimolare il sistema immunitario del malato e gli studi sui recettori CAR-T.

La tecnica prevede il prelievo di Linfociti T nel malato per modificarli in laboratorio, innestando sulla loro superfice il recettore CAR, Chimeric Antigenic Receptor.

Le conquiste scientifiche dimostrano come investire nella ricerca è la strada giusta, perché il cancro in futuro sia una malattia curabile in tutte le sue forme.

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