Cure oncologiche: quanto costano in Italia?
1800 euro l’anno, è questo più o meno il costo delle cure oncologiche in Italia.
Le spese per le cure oncologiche possono essere molto elevate e rappresentare un peso notevole per i pazienti e le loro famiglie.
Questo aspetto può avere un impatto significativo sulla qualità della vita dei malati di cancro, che spesso si trovano a dover affrontare delle spese ingenti per avere accesso alle cure necessarie.
In questo articolo, esploreremo il costo delle cure oncologiche sui pazienti e le possibili soluzioni per alleviare questo peso.
Favo: il cancro costa anche in termini economici
Il cancro rappresenta ancora oggi un grande carico economico per i pazienti. Ad aprile sono stati presentati alla Camera dei deputati i risultati dell’ultima indagine della FAVO (Federazione italiana delle Ass. di Volontariato in oncologia), in collaborazione con Aimac e dagli Istituti Nazionali Tumori di Milano e Napoli.
Ogni malato spende oltre 1.800 euro all’anno per esami, visite e terapie, mettendo a dura prova le proprie finanze. Inoltre, le spese per viaggi e alloggi dimostrano come la migrazione sanitaria stia diventando un’ulteriore emergenza nell’emergenza. Il costo delle cure oncologiche comprende anche trattamenti complementari come la psicoterapia e il supporto nutrizionale, i quali migliorano di gran lunga la qualità di vita dei pazienti, che spesso sono costretti a scegliere a optare per diagnosi precoce e cure primarie, tralasciando aspetti secondari, ma di primaria importanza.
In questo contesto, diventa sempre più importante trovare soluzioni efficaci per alleviare il peso economico del cancro sui pazienti e le famiglie ed è compito del legislatore intervenire perentoriamente.
1841 euro in media spesi per le cure oncologiche
Presentati alla Camera dei Deputati i risultati della seconda indagine: “I costi sociali del cancro: valutazione di impatto sociale ed economico sui malati e sui caregiver”, promossa da Favo, Aimac e dagli Istituti Nazionali Tumori di Milano e Napoli. La ricerca è stata condotta su circa 1300 pazienti sottoposti a trattamento oncologico tra il 2011 e il 2018, dislocati su 39 punti di accoglienza e informazioni di Aimac.
Il campione è così rappresentato: uomini (464) e donne (825) provenienti da nord, centro e sud Italia, comprese le isole; sono stati registrati anche dati sullo stato civile, i componenti familiari, il periodo in cui è avvenuta la diagnosi e la fase della malattia.
Ogni paziente ha risposto a 38 domande volte a quantificare le spese mediche e non sostenute dal malato per colmare le carenze del sistema sanitario nazionale, spesso, infatti, il malato di cancro conscio di quanto le lunghe attese siano deleterie, tende a prenotare privatamente, mettendo mano ai propri risparmi.
Quali sono i costi oncologici più incisivi?
Dalla ricerca emerge che tra i costi maggiori ci sono: gli esami diagnostici, i costi del trasporto e dell’alloggio lontano dalla propria residenza, le visite specialistiche post diagnosi, l’acquisto di farmaci non oncologici.
Inoltre, incidono particolarmente sul totale i costi per esami definiti inappropriati o inutili e per questo lasciati alle tasche dei pazienti, il supporto di uno psicologo o di un nutrizionista, l’assistenza medica domestica, ma anche l’acquisto di protesi, parrucche o sedie e rotelle.
Al Nord si spende di più
Stando alla ricerca, la spesa privata per i malati oncologici è molto diffusa al centro e al nord Italia.
Ciò dimostra tutte le lacune del nostro Sistema, laddove per un esame importante per diagnosticare o indagare la malattia, c’è la necessità (forse meglio parlare di obbligo) di rivolgersi a strutture private, ovviamente non accessibili a tutti. E in questo non possiamo non leggere un accesso impari alle cure migliori, legato alle diverse condizioni economiche.
Infine, appare chiaro che ad attingere ai propri risparmi sono soprattutto i soggetti più fragili e chi si ammala di tumore una seconda volta, nel senso che mentre nella prima fase della malattia, il paziente riesce a beneficiare dei servizi del SSN, successivamente trova più difficoltà.
Secondo l’On. Ciani lo studio fornisce delle chiare indicazioni su come migliorare il nostro Sistema sanitario, partendo da problemi come la carenza di personale medico, la difficoltà di accesso alle cure, il gap territoriale tra nord e sud Italiae il mancato sostegno alle famiglie e ai caregiver.
In conclusione, bisogna potenziare l’offerta del Sistema sanitario Nazionale, implementando la medicina del territorio e i Sistemi sanitari regionali, potenziando l’assistenza al malato non solo durante la fase acuta della malattia, ma anche durante il follow up.
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