Le cure palliative oncologia rappresentano un approccio olistico al trattamento del cancro, che si concentra sul miglioramento della qualità della vita dei pazienti e delle loro famiglie.
Sono, cioè, un insieme di trattamenti finalizzati a prevenire e alleviare la sofferenza fisica, psicologica, sociale e spirituale associata alla malattia, fornendo supporto medico, psicologico e sociale personalizzato e continuo.
Le cure palliative oncologiche riconoscono la dignità e il valore di ogni persona, e si concentrano sulla creazione di un ambiente di cura empatico e compassionevole.
Quando si parla di cure palliative pensiamo subito al fine vita, in realtà sono applicabili a tutte le fasi della malattia, rappresentando un valido sostegno per i pazienti e per i caregiver.
È vero che sono applicate laddove i trattamenti disponibili non incidono positivamente sulla malattia, ma questo non significa che il paziente sia in fin di vita o che debba vivere il tempo rimastogli allo sbaraglio. Insomma, quello che conta è migliorare la sua qualità di vita.
In Italia in genere le cure palliative sono erogate in regime di assistenza domiciliare integrata, con l’approvazione della Asl o in regime residenziali, cioè negli hospice.
Le cure palliative sono accessibili a tutti i pazienti con una malattia avanzata o in fase terminale, indipendentemente dall’età, sesso, religione, nazionalità o stato socioeconomico.
I pazienti che possono beneficiare delle cure palliative includono coloro che hanno una malattia oncologica in fase avanzata, ma anche coloro che hanno malattie croniche come l’insufficienza cardiaca, la BPCO, la SLA o le malattie neurologiche.
Inoltre, sono disponibili per i pazienti che richiedono un supporto per il controllo del dolore e dei sintomi, supporto psicologico e sociale e assistenza a fine vita.
In Italia, le cure palliative sono erogate da un team multidisciplinare che include medici, infermieri, psicologi, assistenti sociali, OSS, il palliativista etc.
Sono un diritto di ogni cittadino soggetto all’evoluzione negativa di una malattia, non solo oncologica; potremmo definirle come LEA, livelli essenziali di assistenza e per questo sono sempre gratuite.
Le cure palliative sono, come anticipato, l’insieme delle strategie farmacologiche, mediche e chirurgiche volte a migliorare lo stato di salute del paziente. Esse prevedono:
Nella pratica medica, possono essere definite come cure palliative, un intervento per asportare la massa tumorale, o la radioterapia per controllare le metastasi ossee o il dolore; il laser per bruciare piccole masse tumorali che non permettono al paziente di respirare bene o la chemio palliativa.
Il dolore oncologico è uno dei sintomi più frequenti nei tumori in stadio avanzato e negli ultimi anni si sta diffondendo l’idea che sul dolore bisogna intervenire subito, in maniera graduale, passando da antidolorifici leggeri a medicinali più forti.
Tra i farmaci maggiormente prescritti: antidolorifici, sedativi, anticonvulsivanti, antiemetici, ognuno dei quali è prescritto per motivazioni diverse e a diversi livelli della malattia.
Infatti, le cure palliative più usate nel trattamento del dolore oncologico sono gli analgesici leggeri, quali antinfiammatori non steroidei e oppioidi, blandi e forti.
Molto usati negli ultimi anni gli oppioidi a rilascio immediato come gli spray nasali, soprattutto contro il breakthrough cancer pain, cioè il dolore oncologico improvviso, temporaneo, ma particolarmente forte.
È importante sottolineare che i farmaci utilizzati nelle cure palliative vengono somministrati in dosi molto precise e monitorati attentamente dal personale medico specializzato. Inoltre, il trattamento farmacologico viene sempre integrato con altre terapie, come la terapia occupazionale, la fisioterapia e la terapia del dolore non farmacologica, per garantire un approccio completo e
personalizzato alla situazione del paziente.
I pazienti e le loro famiglie devono essere informati sui farmaci somministrati e sui loro possibili effetti collaterali, in modo da poter prendere decisioni informate e partecipare attivamente al processo decisionale.
In definitiva, con la giusta combinazione di farmaci e terapie complementari, è possibile offrire ai pazienti un’assistenza completa e personalizzata che rispetti la loro dignità e la loro autonomia.
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