Messo a punto dal Dott. Massimiliano Gennaro, senologo dell’Istituto nazionale dei Tumori di Milano, un nuovo metodo per il tumore al seno che riduce di circa il 50% il rischio di linfedema braccio, uno degli effetti collaterali più temuti tra le conseguenze dell’intervento chirurgico.
Per molte pazienti con tumore al seno, infatti, la dissezione dei linfonodi ascellari è una pratica necessaria, alla quale segue, purtroppo, il linfedema, il gonfiore del braccio, dovuto a un accumulo di liquido linfatico nei tessuti molli del braccio coinvolto.
Purtroppo, il linfedema è un effetto collaterale dell’intervento che ha un impatto davvero debilitante sulla vita della donna, sul suo aspetto fisico e sulle relazioni sociali.
In generale, la dissezione dei linfonodi tradizionale è sempre meno praticata, solo nel 20% dei casi risulta ancora efficace ed è proprio per migliorare la qualità della vita di queste pazienti, che è stato condotto lo studio dell’Istituto nazionale dei Tumori di Milano.
Infatti, il rischio di linfedema può essere ridotto attraverso la dissezione ascellare selettiva, una reale alternativa alla più invasiva e invalidante dissezione tradizionale.
Grazie alla tecnica SAD (selective axillary dissection o dissezione ascellare selettiva), i linfonodi vengono rimossi selettivamente, lasciando circa due linfonodi come vie alternative di drenaggio dei liquidi linfatici nel braccio.
La selezione dei linfonodi appropriati viene effettuata attraverso l’utilizzo di un debole radiofarmaco iniettato nella mano e la successiva linfoscintigrafia, nota come Axillary Reverse Mapping. Lo staff milanese ha dimostrato come questo approccio riduca significativamente l’incidenza e la gravità del linfedema braccio sintomi, come dolori, disabilità e infezioni, oltre ad avere un impatto negativo sulla vita sociale e professionale delle pazienti.
Attualmente, si stima che dal 20 al 40% delle pazienti affette da questa condizione invalidante sviluppi il linfedema, con relativo gonfiore braccio destro o sinistro, che può manifestarsi anche anni dopo l’intervento chirurgico. Il rischio di linfedema del braccio aumenta ulteriormente in caso di radioterapia post-operatoria o di altre condizioni come il sovrappeso.
Come si è arrivati a questa conclusione? Per verificare la morbilità della dissezione selettiva nel 2013 è stato pubblicato inizialmente uno studio pilota2 eseguito su circa 60 pazienti, successivamente nel 2021 un altro studio verifica la safety onoclogica3: entrambi hanno avuto esito favorevole, dimostrando che il linfodrenaggio dei due linfonodi non aumenta il rischio di recidiva.
Così l’equipe del Dott. Gennaro conduce uno studio più approfondito, su 130 pazienti, 65 sottoposte a dissezione ascellare tradizionale e 65 a quella selettiva.
La dissezione selettiva ha dimostrato di dimezzare i casi di edema al braccio.
In particolare, i risultati del trial, dopo un anno di follow-up, hanno dimostrato che il 42% dei pazienti del primo gruppo ha sviluppato il linfedema, mentre solo il 21% del secondo gruppo ha presentato questa complicanza. Inoltre, nei casi in cui l’edema si è presentato dopo la SAD, è stato meno grave rispetto al primo gruppo. I dati sulla sopravvivenza a quasi 5 anni indicano che il rischio di recidive ascellari e di mortalità non differisce significativamente tra i due gruppi. Questi risultati indicano che la tecnica SAD potrebbe diventare lo standard in quasi tutti i casi in cui la dissezione ascellare sia ancora necessaria.
Lo studio e le conlusioni dello staff dell‘Istituto nazionale dei Tumori di Milano sono stati ben accolti dalla comunità scientifica, da senologici oncologi e dalla stessa Aiom, che inserisce la dissezione selettiva nelle linee guida del 2021 come possibile alternativa a quella tradizionale, sicuramente più invasiva.
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