I rappresentanti della Favo (Federazione delle Associazioni di Volontariato in Oncologia) hanno spiegato durante un’audizione alla Camera che le tutele per i malati oncologici sul lavoro non sono sufficienti.
Per i malati oncologici non esiste una normativa univoca a tutela, nonostante i dati ci dicano che circa 1 malato di cancro su tre è in età lavorativa.
Inoltre, malato e cargiver spesso non sono a conoscenza delle misure di tutela sul lavoro esistenti, come congedi, permessi retribuiti, part-time, flessibilità; la FAVO precisa che queste misure sono comunque inadeguate a trovare un punto di incontro tra le cure e il lavoro.
Le associazioni sostengono che diritti e sostegni economici debbano essere garantiti non solo nella fase acuta della malattia, ma anche durante il follow up ed essere estesi ai caregiver e alle persone con elevato rischio genetico di sviluppare il cancro.
Le proposte di legge a tutela del malato oncologico riguardano:
La delegazione della FAVO ha espresso apprezzamento per le proposte di legge volte a migliorare l’inclusione lavorativa dei malati di cancro, ponendo l’accento su alcune questioni, quali lo snellimento burocratico per l’accesso ai benefici economici e giuridici; il divieto di lavoro in orario notturno; la revisione del congedo retributivo di 30 giorni lavorativi all’anno per gli invalidi da aumentare in relazione ai trattamenti di riabilitazione e alle visite di follow up.
È richiesto il coinvolgimento delle associazioni di volontariato oncologico negli iter legislativi per individuare le soluzioni migliori e comunicare in maniera efficace tutte le possibilità ai malati e ai caregiver.
La tutela del lavoro è un aspetto essenziale nel processo di guarigione, soprattutto a livello psicologico.
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