Dalla diagnostica di precisione all’immunoterapia: ecco tutte le nuove cure per il cancro al seno a disposizione degli oncologi.
Il cancro al seno è la patologia tumorale più diffusa tra la popolazione femminile, con una donna su nove colpita dalla neoplasia nel corso della vita.
Diagnosi precoce e terapie sempre più mirate hanno portato notevoli miglioramenti, tanto che oggi circa l’87% guarisce dal cancro al seno.
La chemioterapia è risultata negli anni l’arma più usata in campo terapeutico, nonostante oggi diagnostiche sempre più precise riescano a individuare le donne che devono essere sottoposte alla chemio preventiva e quelle che non ne hanno realmente bisogno.
Le profilazioni genomiche ci permettono di valutare il singolo caso, cioè quanto la donna sia a rischio tumorale e a proporre la terapia migliore anche in caso di recidiva.
Oggi circa il 50% delle donne alle quali veniva proposta la chemioterapia, può evitarla, evitando tutti gli effetti collaterali conseguenza di un trattamento troppo aggressivo.
La medicina di precisione adotta un approccio personalizzato alla paziente, valorizzando le peculiarità biologiche e molecolari della malattia, traendo il massimo vantaggio personale dalle cure.
Infatti, è vero che la chemioterapia è la terapia più usata, ma è anche vero che negli ultimi anni sono a disposizione dell’oncologo trattamenti antitumorali altrettanto efficaci.
Per esempio, la terapia endocrina con farmaci antiestrogeni è risultata essere davvero efficace contro il tumore al seno cosiddetto endocrino sensibile, oppure i nuovi farmaci biologici a bersaglio molecolare, come gli inibitori delle cicline, hanno prodotto ottimi risultati contro l’avanzare della malattia.
Inoltre, l’oncologo ha a disposizione anche terapie orali a bersaglio molecolare, i cosiddetti PARP-inibitori, contro le forme più aggressive di tumore al seno, come i tumori BRCA mutati.
Se il tumore è positivo per HER2+ è possibile coniugare l’uso di anticorpi monoclonali con la chemioterapia, scelta terapeutica che ha mostrato un netto miglioramento della sopravvivenza globale delle pazienti.
E ancora è possibile fare ricorso all’immunoterapia, incentivando la risposta del sistema immunitario dell’organismo stesso.
La stessa chemioterapia non è più quella del passato, con un generale incremento dell’indice terapeutico e una migliore tollerabilità.
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Si tratta di una chemioterapia smart, che agisce solo sulle cellule malate, non arrecando danni su quelle sane.
I farmaci chemioterapici anticorpo coniugati, combinano l’azione dell’anticorpo monoclonale che è diretta sulle proteine tumorali, con la citossicità del farmaco al quale si lega.
Insomma, questi farmaci producono ottimi risultati anche su tumori al seno in stadio avanzato, con maggiore efficacia e meno effetti collaterali.
Recenti ricerche mettono a confronto campioni di pazienti curate solo con la chemioterapia con donne trattate con farmaci anticorpo coniugati, ebbene, nel secondo caso si osserva una riduzione della progressione della malattia e un aumento della sopravvivenza.
In conclusione, se è vero che la chemioterapia continua a rappresentare un’arma importante contro il tumore al seno, oggi è possibile fare ricorso a trattamenti antitumorali, come la terapia endocrina o i farmaci diretti contro bersagli molecolari, con un’efficacia paragonabile e in alcuni casi superiore alla chemio.
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