La correlazione tra tumore al seno e reggiseno è stata ipotizzata da due antropologi in un libro auto prodotto nel 1995, smentita, poi, da uno studio condotto su 1000 donne.
Sydney Ross Singer e Soma Grismaijer nel 1995 pubblicano un libro dal titolo emblematico: Dressed to kill (Vestiti per uccidere), nel quale affermano che circa il 70% dei casi di tumore seno sono influenzati dall’indosso del reggiseno, soprattutto di quei modelli più costrittivi o rinforzati con ferretti.
Gli antropologi sostengono che il problema risieda nel ristagno linfatico e nel fatto che il reggiseno non permetta l’eliminazione delle tossine potenzialmente cancerogene introdotte nell’organismo a causa del contatto con l’ambiente malsano in cui viviamo.
Inoltre, essi, a dimostrazione della suddetta teoria, sostengono che le popolazioni con una maggiore incidenza di cancro al seno sono quelle nelle quali le donne indossano il reggiseno, portando come esempio etnie come i maori australiani, ove la percentuale di malate è minima proprio perché non indosserebbero questo indumento.
Tra i giapponesi o gli abitanti delle isole Fiji l’aumento dei casi di tumori al seno è direttamente proporzionale, a loro avviso, al cambiamento delle abitudini e all’indosso del reggiseno.
La teoria antropologica si è diffusa velocemente, grazie ai media e a internet, senza che essi abbiamo fornito nessun dato scientifico valutato da esperti, ma abbiano solamente fatte ipotesi strane su teorie e complotti da parte dei poteri forti.
A proprosito di questo argomento, potrebbe interessarti anche l’articolo sull’aumento dei tumori in Africa. Lo trovi qui.
Ultimamente la teoria dei due antropologi è tornata in auge, perché ripresa dal sito Goop.com della nota attrice Gwyneth Paltrow, dedicato proprio a forme di cura alternative.
In particolare un’osteopata ci dice che la formazione di neoplasie mammella sia dovuta all’aumento di temperatura del seno coperto dal reggiseno, che i ferretti tendono ad amplificare le onde elettromagnetiche che arrivano dai vari dispositivi elettronici e invita le donne a uscire senza reggiseno, per combattere anche contro stereotipi e dogmi sociali.
Una battaglia contro il cancro che sembra essere in questo caso più una battaglia contro l’ideologia maschio dominante.
Infatti, Susan Love, autrice del libro Breast Book, lega la correlazione tra tumore al seno e reggiseno al desiderio femminile di prendere il controllo sulle aree della vita che sfuggono.
Una battaglia contro le logiche commerciali e i complotti delle case produttrici di intimo, che terrebbero nascosti i rischi del reggiseno solo per mere motivazioni economiche.
Nonostante l’infondatezza della teoria, ancora oggi c’è chi pensa che il reggiseno possa essere tra le cause di tumore al seno.
È necessario, quindi, fare ulteriori precisazioni per chiarire meglio la vacuità di quanto stabilito dai due antropologi, che peraltro, senza nessuna offesa per il ruolo ricoperto, non sono né medici né oncologi.
Quando essi addebitano l’aumento della percentuale di cancro al seno tra le popolazioni indigene, indicando come unica causa l’indosso del reggiseno, tralasciano il fatto che ci sono stati tutta una serie di cambiamenti di stile di vita, che forse, come fattori erano più rilevanti.
Cambio di alimentazione, fumo, aumento del tasso di obesità, sedentarietà, allattamento interrotto, solo per citarne alcuni.
È vero che c’è stato un aumento dell’incidenza del cancro tra le popolazioni indigene, ma ciò è la conseguenza del cambiamento di stile di vita e l’indosso del reggiseno sembra essere solo un indicatore indiretto legato più che altro all’obesità e alla cattiva alimentazione.
Inoltre, il ristagno del liquido linfatico non ha sede nel seno, ma nei linfonodi ascellari, che non sono compressi dal reggiseno.
E ancora… in riferimento a una ricerca pubblicata dall’Università di Harvard, i due ricercatori affermano che le donne in pre-menopausa che non indossano il reggiseno hanno un rischio di ammalarsi di circa la metà rispetto alle altre.
Nel 2014, sulla rivista Cancer Epidemiology, Biomarkers & Prevention, vengono pubblicati i risultati di uno studio condotto su circa 1000 donne che hanno avuto il cancro tra il 2000 e il 2004, di età compresa tra i 55 e i 74 anni a confronto con 500 donne sane.
I ricercatori hanno preso informazioni sull’uso del reggiseno, il tipo, le ore di indosso, la presenza di ferretti, l’età etc. I risultati sono stati confrontati con altri parametri importanti come la storia familiare di cancro al seno, l’uso di ormoni per contraccezione o per la terapia della menopausa.
L’uso dell’indumento intimo non è risultato per nulla collegato al cancro, mentre la storia familiare o l’uso di ormoni si sono dimostrati fattori di diversificazioni tra due gruppi.
In conclusione, la teoria che lega l’indosso del reggiseno al carcinoma mammario è stata smentita da uno studio successivo condotto su un gran numero di donne.
Il fatto che le donne in sovrappeso indossino il reggiseno per più ore rispetto alle donne più in linea è un dato di fatto, ma in questo caso è l’obesità, così come il consumo di alcol, la sedentarietà, la genetica, a determinare un aumento dell’incidenza di neoplasie alla mammella.
Ovviamente, il reggiseno, se indossato per troppe ore al giorno o troppo stretto, può provocare stasi della linfa con indolenzimento delle mammelle e dei cavi ascellari, ma da qui a dire che sia la causa del tumore alla mammella…
Entra in contatto con
Sophos Biotech
Via Lima, 35 - 00198 Roma
Contact Sophos Biotech
Via Lima, 35 – 00198 ROME