Tumore alla mammella: in situ o infiltrante
Genericamente parliamo di tumore alla mammella, ma in realtà ne esistono di diversi a seconda della morfologia, biologia e risposte terapiche.
Dal punto di vista morfologico o istologico è possibile distinguere le cellule che originano la neoplasia: a seconda, cioè, che si tratti delle cellule dei lobuli o dei dotti lattiferi, il carcinoma è duttale, quello più frequente, o lobulare.
Lo sviluppo della maggior parte dei tipi di tumore al seno è determinato dagli ormoni estrogeni e progestinici prodotti dall’ovaio, che influenzano le cellule tumorali attraverso i recettori.
Inoltre, a seconda della capacità di coinvolgere altri tessuti, il tumore è in situ, quando non è invasivo mentre è definito infiltrante quando è invasivo e pericoloso.
Il carcinoma alla mammella in situ
In situ, dal latino “sul posto”, significa che il tumore è contenuto negli spazi ghiandolari, duttali o lobulari e quindi non ha prodotto metastasi in altre parti del corpo.
In particolare il tumore duttale in situ, anche detto intraduttale, può essere di grado basso, intermedio o alto.
Le atipie cellulari sono graduate al microscopio e in genere nell’intraduttale a basso grado c’è una minore possibilità di recidive e ciò influenza anche le relative terapie prescritte.
C’è da precisare che il carcinoma duttale in situ è curabile, ma prevede l’asportazione della lesione che può recidivare e l’entità dell’asportazione dipende dai margini, valutati dallo specialista anatomopatologo.
Nel caso del lobulare in situ parliamo di una lesione pre-neoplastica multicentrica che spesso non viene curata con l’intervento chirurgico, ma con monitoraggi costanti della sua evoluzione.
La stadiazione per i tumori infiltranti
Quando il cancro è definito infiltrante e quindi invasivo si procede alla valutazione attraverso stadiazione degli organi circostanti, in primis le ghiandole ascellari.
La prognosi e la terapia dipendono dall’estensione del tumore dalla mammella ad altri organi con metastasi, tra questi i più importanti sono i linfonodi ascellari che vengono asportati in parte come sentinella o totalmente.L’anatomopatologo interviene con procedure standard per misurare il tumore infiltrante e i rapporti con gli organi vicini; l’assenza o la presenza di metastasi classificate secondo codici ben precisi utilizzati poi per la diagnosi.
Un indicatore importante è l’indice proliferativo, che esprime la crescita delle cellule tumorali in percentuali: più il numero è elevato, maggiore è la proliferazione.
Il quadro è piuttosto complesso e determinato da diverse variabili, che condizionano l’evoluzione e la prognosi della malattia.
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