Il tumore alla prostata è il più diffuso tra gli uomini, e nelle forme più aggressive, può portare allo sviluppo di metastasi ossee.
La prostata è una ghiandola presente negli uomini, è precisamente un organo maschile di dimensioni ridotte che si trova tra la base della vescica e il diaframma urogenitale, davanti all’ultimo tratto di intestino, il retto, la cui funzione principale è quella di produrre il liquido seminale che aiuta a trasportare gli spermatozoi durante l’eiaculazione.
Quando il tumore alla prostata si sviluppa, le cellule della ghiandola crescono in maniera incontrollata, portando all’ingrossamento della stessa.
L’ingrossamento può causare sintomi dovuti alla pressione esercitata dalla massa prostatica sulle strutture circostanti, molto simili a quelli di altri disturbi, come la prostatite e l’ipertrofia prostatica benigna (che si caratterizza anch’essa per una ghiandola ingrossata, ma che non ha natura tumorale).
Tra i sintomi tumore prostata avanzato più comuni: disturbi urinari come difficoltà a urinare, stimolo frequente o dolore durante la minzione, problemi sessuali come difficoltà a raggiungere e mantenere l’erezione e eiaculazione precoce, spossatezza, perdita di peso, perdita di appetito e dolore alla zona pelvica.
Come anticipato, il tumore alla prostata è una delle neoplasie più comuni tra gli uomini.
Nella maggior parte dei casi rimane localizzato nella ghiandola prostatica, ma quando è più aggressivo, colpisce i tessuti circostanti ed è caratterizzato dalla presenza di metastasi ossee, cioè la diffusione delle cellule tumorali dalla sede originaria all’osso.
Le metastasi ossee sono la complicanza più comune del tumore alla prostata e possono causare dolore, fragilità ossea e compromissione delle funzioni motorie e aumento della quantità di calcio. La comparsa di metastasi ossee può indicare uno stadio avanzato della malattia e spesso comporta la necessità di un trattamento più aggressivo. Tuttavia, grazie ai progressi della medicina, esistono oggi nuove terapie mirate a contrastare la diffusione delle metastasi ossee e a migliorare la qualità della vita dei pazienti.
Il primo passo nel prevenire la comparsa di metastasi ossee è sicuramente la prevenzione contro il tumore alla prostata stesso. Nonostante, non abbiamo ancora certezza sulle cause molecolari della neoplasia prostatica, abbiamo ben chiari quali siano i fattori di rischio, oltre all’età, e su quali variabili si può intervenire per limitare il rischio cancro, come la storia familiare, alti livelli di testosterone e ormone IGF1, l’obesità e la vita sedentaria.
Un altro fattore che può aiutare nella prevenzione del carcinoma prostatico metastatico, migliorando la prognosi e l’aspettativa di vita del paziente, è la diagnosi precoce del tumore. Pertanto, è importante sottoporsi a esami di routine dopo i 40 anni, come la misurazione dell’antigene prostatico specifico (PSA) nel sangue e l’esame rettale digitale (ERD), che possono aiutare a individuare eventuali anomalie nella ghiandola prostatica. Una diagnosi precoce aumenta le possibilità di un trattamento tempestivo e di successo, riducendo il rischio di metastasi ossee e migliorando la qualità della vita del paziente.
Ovviamente, qualora ci fossero sospetti, il medico prescrive analisi più approfondite e in caso di positività dei risultati, si procede alla valutazione del grado, dell’aggressività e della diffusione del tumore, per indicare la strategia terapeutica più indicata.
Il tumore alla prostata è trattato essenzialmente con terapia ormonale (la cosiddetta deprivazione androgenica) e con intervento chirurgico. A questi trattamenti primari possono essere affiancati la chemioterapia o la radioterapia.
Nel caso di tumore alla prostata metastatico (ne abbiamo già parlato qui) con metastasi ossee, negli ultimi anni sono stati registrati ottimi risultati dall’uso di farmaci con principi attivi come i bifosfonati, capaci di limitare la crescita delle metastasi ossee e prevenire le fratture e denosumab, ottimo per contrastare la diffusione tumorale.
Uno dei problemi che l’equipe medica si trova ad affrontare in caso di problemi alle ossee è il dolore.
I bifosfonati possono essere utilizzati anche per alleviare il dolore causato dalle metastasi ossee, migliorando significativamente la qualità della vita del paziente. Inoltre, gli antidolorifici come l’ibuprofene, i corticosteroidi o la morfina possono essere utili per ridurre il dolore. È importante consultare il medico per la scelta del trattamento più adeguato, che possa garantire un controllo efficace del dolore senza causare effetti collaterali indesiderati.
Più volte nei nostri articoli, abbiamo sottolineato la necessità di una terapia multidisciplinare che coinvolga il medico curante, l’oncologo, lo specialista del dolore e il fisioterapista, perché può contribuire a migliorare la gestione del dolore e a garantire una migliore qualità della vita al paziente.
Grazie alla ricerca, il tumore prostata metastasi ossee speranza di vita è sempre più una realtà, infatti, nonostante il tumore alla prostata metastatico non sia curabile, la maggior parte dei pazienti ha la stessa aspettativa di vita degli uomini della stessa età senza tumore. Inoltre, la percentuale di sopravvivenza a 5 anni è del 99%.
In conclusione, il tumore alla prostata con metastasi ossee rappresenta una sfida importante per la medicina moderna, ma grazie alla ricerca scientifica e ai nuovi trattamenti, è possibile migliorare il quadro clinico dei pazienti e offrire loro una maggiore speranza di vita. È fondamentale continuare a investire in ricerca scientifica e sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza della prevenzione e della diagnosi precoce del tumore alla prostata, al fine di ridurre la diffusione della malattia e migliorare la qualità della vita dei pazienti.
Potrebbe interessarti anche:
Tumore alla prostata: sane abitudini
Entra in contatto con
Sophos Biotech
Via Lima, 35 - 00198 Roma
Contact Sophos Biotech
Via Lima, 35 – 00198 ROME