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Piano Europeo contro il cancro: tutti verso lo stesso obiettivo

La lotta contro il cancro rappresenta una priorità della Commissione Europea e lo dimostra l’ideazione di un piano europeo condiviso, con la volontà di migliorare il controllo e la cura della malattia.

Nonostante i vistosi miglioramenti degli ultimi 10 anni, ancora molto deve essere fatto: nel solo 2020 in Europa circa 2,7 milioni di persone hanno ricevuto una diagnosi oncologica e circa 1 milione di persone è morto a causa del cancro.
I dati ci dicono che lo scenario nel 2035 potrebbe peggiorare con un aumento dei casi del 25% e conseguenze non solo sulla salute dei malati, ma anche sulla gestione economica del vecchio continente.

Circa il 40% dei tumori è evitabile secondo il Piano della UE

Il Piano Europeo per sconfiggere il cancro (Europe’s Beating Cancer Plan) è stato presentato nel febbraio del 2021, con l’intento di salvaguardare la salute dei cittadini europei, soprattutto contro i tumori cosiddetti evitabili.
È un piano antropocentrico, così come lo ha definito Margaritis Schinas, vice-presidente della Commissione europea, che prevede l’investimento di 4 miliardi di euro nel promuovere comportamenti salutari e azioni preventive da parte dei governi.

Infatti, tra gli stati membri della UE esistono molte differenze a livello di lotta contro il cancro: per esempio, la percentuale di donne che si sottopone a controlli regolari varia dal 6 al 90% per il tumore al seno e dal 20 al 80% per quello alla cervice uterina.
Differenze anche per quanto riguarda l’accesso alle cure, nonostante gli esperti confermino che circa il 40% di tumori potrebbe essere evitato.

I punti del Piano europeo contro il cancro

Il Piano europeo si articola in 4 aree, dalla prevenzione alla qualità di vita dei pazienti. Vediamone i punti essenziali:

  • Il piano mira a ridurre al minimo il consumo di tabacco, con l’ambizioso obiettivo di portare al 5% il consumo entro il 2040
  • Ridurre il consumo di alcol e l’inquinamento ambientale
  • Migliorare l’alfabetizzazione sanitaria per promuovere stili di vita più sani
  • Prevenire i tumori legati alle infezioni, come il papilloma virus
  • Promuovere la diagnosi precoce con la promozione di programmi di screening
  • Garantire a tutti eguale accesso alle cure di qualità, con l’istituzione di centri oncologici di eccellenza.
  • Migliorare la qualità della vita dei malati e dei sopravvissuti al cancro, mediante una migliore assistenza di follow up, assistenza sociale e parità di accesso ai sistemi finanziari

Per promuovere le nuove tecnologie, la ricerca e l’innovazione verrà creato un centro di conoscenze sul cancro, nonché un’iniziativa UE sulla diagnostica per immagini, a sviluppo della medicina personalizzata e delle soluzioni innovative.

Fake news sul cancro

Le fake news sono sempre esistite, quello che è cambiato è la velocità con la quale le notizie false si diffondono generando confusione e falsi miti.

Infatti, con il dilagare dei social, delle nuove forme di comunicazione, basta un click perché una falsa informazione arrivi a milioni di persone. Fatto piuttosto grave se la disinformazione riguarda la salute e il cancro.
Cosa fare? L’unica soluzione è smentire la bugia con esempi reali e concreti utilizzando gli stessi canali.
Il web e i social devono diventare i mezzi per combattere i divulgatori di falsità.
Il portale tumoremaèveroche, fortemente voluto dall’AIOM, nasce con l’intento di fornire all’utente informazioni sicure sul cancro e di selezionare smentite ufficiali e autorevoli contro le fake news.

Fake news: smentiamone alcune

  • Una cura a base di vitamine permette di combattere il cancro? Falso.
    Le vitamine sono utili al funzionamento del nostro organismo, ma non è stato dimostrato che l’assunzione sia efficace per combattere il cancro e di conseguenza l’impiego di integratori, al di là di esigenze mediche specifiche, va scoraggiato.
  • È vero che una dieta ricca di grassi costituisce una cura valida per il cancro. Falso.
    Anzi, le evidenze scientifiche dimostrano che una dieta equilibrata, povera di zuccheri semplici e grassi, ma ricca di frutta e verdura sia da prediligere.

Ne abbiamo parlato qui.

Molto interessante la sezione sulle piante cosiddette miracolose e la menopausa.

  • L’artemisia annua distrugge il 98% di cellule cancerose in 16 ore. Falso.
    La pianta di per sé non rappresenta una cura contro il cancro, sebbene ci siano delle ipotesi sulla sua attività coadiuvante rispetto ai trattamenti classici contro il cancro.
  • È vero che le vampate di calore in menopausa sono indice di cancro al seno? Falso.
    I sintomi da menopausa sono fisiologici in questa fase della vita di una donna perché legati a cambiamenti ormonali. Infatti, la scienza più che collegare le vampate di calore a particolari forme tumorali, sta cercando di capire quale ormone in particolare ne determina la comparsa.

Notizia vera: dal cancro si guarisce

Le fake news smentite dal portale con prove scientifiche certe sono molte, ma ci fa piacere concludere con una notizia vera.
Si può guarire dal cancro? Vero.
La percentuale delle persone malate di cancro vive a molti anni dalla diagnosi è aumentata negli ultimi anni, grazie ai programmi di screening e ai miglioramenti delle terapie, farmacologiche e chirurgiche.
Per esempio, nel caso di tumore alla mammella, l’87% di donne vive dopo i 5 anni dalla diagnosi.
La sopravvivenza a 5 anni è un parametro adottato per quantificare la chance di guarigione, anche se in realtà alcuni tipi di tumore presentano delle recidive anche dopo questo lasso temporale.
In generale, però, il numero di persone vive a distanza di anni da una diagnosi oncologica è in aumento e questo non solo in Italia.

Neoplasie alla mammella: progressi della cura

Sophos Biotech partecipa alla terza giornata del 18esimo corso regionale di formazione oncologica sulle neoplasie alla mammella, ideato da GOIM, Gruppo Oncologico dell’Italia Meridionale.
L’incontro, che si svolgerà in videoconferenza il 26 marzo, è un momento importante di riflessione e analisi sui progressi nelle diagnostiche e cure del cancro al seno.

Cancro ovarico: origine da due tipi di cellule

I risultati della ricerca dell’Istituto Europeo di Oncologia e dell’Università di Milano svelano come la forma più aggressiva di cancro ovarico ha origine da due tipi di cellule provenienti da tessuti diversi: quindi si tratterebbe di due malattie distinte, ciascuna con la propria diagnosi e cura.

Nel mondo oltre 200mila donne ogni anno scoprono di essere affette dal cancro ovarico, nel 70% dei casi si tratta di carcinomi di alto grado con una bassa curabilità.

La principale motivazione è il ritardo nella diagnosi, infatti le pazienti scoprono la malattia in uno stadio avanzato, nel quale è difficile non solo identificare una terapia efficace, ma anche la patogenesi molecolare del tumore.
La ricerca è riuscita, grazie a un approccio epigenetico innovativo, a identificare il tessuto all’origine.

L’impronta epigenetica del cancro ovarico

“Per capire da quale tessuto nasceva il tumore – spiega Pietro Lo Riso, primo autore dello studio – abbiamo cercato un marcatore epigenetico in grado di distinguere le due possibili origini: le tube di Falloppio e l’epitelio ovarico.
Abbiamo utilizzato un approccio basato sulla metilazione del DNA, uno dei meccanismi che modulano l’espressione dei geni, in pratica una delle istruzioni che la cellula usa per attivare nel suo DNA le parti che le permettono di acquisire la sua identità. La nostra ipotesi di partenza era che nella trasformazione neoplastica potesse rimanere una “memoria” della cellula di origine, cioè che nel tumore ci fossero tracce di metilazione del DNA proprie del tessuto in cui era nato. Quindi abbiamo prima identificato l’impronta epigenetica specifica dei due tessuti, cioè un insieme di regioni del DNA differentemente metilate nell’epitelio ovarico e in quello delle tube, e abbiamo utilizzato questa impronta come marcatore per distinguere i due tumori”.

L’impronta epigenetica della cellula iniziale discrimina i due sottotipi di cancro ovarico, e dall’identificazione del tessuto è chiaro che la forma che ha origine nell’epitelio è più aggressiva dell’altra.

Conoscere le modificazioni cellulari che hanno trasformato il tessuto da sano a neoplastico, avrà riscontri importanti sulla prognosi e la terapie.


I numeri del cancro in Italia: nel 2020 stimate 377mila diagnosi in più

Secondo i risultati del decimo censimento “I Numeri del Cancro in Italia” sono 377mila le nuove diagnosi oncologiche nel nostro Paese.

La ricerca condotta dall’AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica) in collaborazione con altri enti impegnati nella lotta contro i tumori ha evidenziato come i numeri delle diagnosi siano in crescita per le donne, circa 6000 in più rispetto al passato.

In generale il tumore più frequentemente diagnosticato nel 2020 è quello alla mammella, seguito dalla neoplasia al colon-retto, da quella al polmone, prostata e vescica.

Positivi i dati che riguardano il cancro al colon-retto, per il quale si verifica una diminuzione della mortalità di circa il 20% rispetto al picco di intensità del 2013.
L’efficacia delle campagne di prevenzione e delle terapie innovative ha avuto come conseguenza un aumento delle persone vive dopo la diagnosi e in molti casi addirittura con le medesime aspettative del pre malattia.

Purtroppo si registra un costante aumento dei casi di tumore al polmone nelle donne, causato dal fumo di sigaretta, della cui relazione con molti tipi di neoplasie si è più volte discusso.

Aspettativa di vita post diagnosi

Almeno un paziente su quattro (quasi un milione di persone) è tornato ad avere la stessa aspettativa di vita della popolazione generale e può considerarsi guarito.
Un altro dato importante è quello relativo alla riduzione complessiva dei tassi di mortalità stimati nel 2020 rispetto al 2015, in diminuzione per entrambi i sessi.

Nelle donne la sopravvivenza a 5 anni è migliore di quella maschile, questo dato è legato al fatto che il cancro alla mammella è più facilmente diagnosticabile rispetto ad altre neoplasie.
 
La decima edizione de “I numeri del cancro in Italia” conferma la qualità del nostro Servizio Sanitario Nazionale: rispetto a 10 anni fa cresce il numero di donne e uomini che sopravvivono alla diagnosi di tumore, aumenta l’aspettativa di vita e diminuisce il tasso di mortalità.

I dati testimoniano, inoltre, l’efficacia dei programmi di screening e la necessità di adottare stili di vita corretti.
Gli italiani prendono sempre più coscienza che alcune abitudini, come fumare, bere alcool e condurre una vita sedentaria sono variabili determinanti nello sviluppo di patologie oncologiche.


 

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